martedì 2 febbraio 2010

Un Modello Unico FERRARI P450 SUPERFAST APERTA

Questo gioiello mozzafiato è stato costruito sulla base di una 599 GTB Fiorano e prende ispirazione dalla spider Ferrari disegnata dalla Carrozzeria Fantuzzi e costruita appositamente per il cortometraggio “Toby Dammit” diretto da Federico Fellini come contributo personale al film “Tre passi nel delirio” del 1968 e a sua volta, ispirato a uno de “I racconti straordinari” di Edgar Allan Poe.

Il cliente-ideatore della P540 Superfast Aperta, è Edward Walson, figlio di John Walson, l’inventore della TV via cavo. Nel 2008 ha preso contatto con Ferrari per produrre
una reinterpretazione moderna della vettura, verniciata color oro, del film. “Avevo sempre sognato di disegnare vetture sportive e vedendo questo film la decisione è venuta spontanea: un giorno avrei creato la “mia” Ferrari” ha dichiarato Walson.

Come tutte le One-Off di Special Projects, la P540 Superfast Aperta è stata sviluppata con lo stesso rigore progettuale applicato a tutte le Ferrari ed è regolarmente omologata per poter circolare su strada. Il cliente è stato coinvolto in ogni fase di sviluppo della vettura, disegnata da Pininfarina e costruita a Maranello, dalla definizione del concetto alla costruzione.

Essendo la 599 un coupé, è stato necessario rinforzare il telaio nel passaggio alla carrozzeria targa, limitando l’aumento di peso a soli 20 kg grazie all’impiego di fibra di carbonio e all’ottimizzazione della scocca. Dai bozzetti di stile iniziali all’odierna presentazione della vettura completa sono passati soltanto 14 mesi.

QUESTA SI CHE E' ANIMAZIONE


John Lasseter, Chief Creative Officer della Disney Pixar e vincitore del Leone d’Oro alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, è un grande fan della Ferrari. In questa intervista ci racconta della sua passione per la Ferrari e dei suoi progetti futuri.
Credit: Antonio Ghini
John Lasseter è una figura chiave del successo globale di Pixar e ora riveste il ruolo di Chief Creative Officer sia nella Disney sia nella Pixar, dopo la fusione avvenuta nel 2006. Nonostante il suo ruolo di elevatissimo livello, Lasseter è rimasto più energico e trascinatore che mai. La sua vena creativa nasce da una profonda curiosità verso tutto quanto lo circonda: qualunque cosa può diventare protagonista di una delle sue storie, magari cambiando le dimensioni, la forma oppure il colore.

Come descriveresti il tuo rapporto con le automobili e i giocattoli?

Mi sono sempre visto come un bimbo che non è mai stato costretto a crescere. Ho sempre amato i giocattoli e questa passione per loro ha generato l’idea che mi ha permesso di realizzare Toy Story. E’ bastato un semplice dettaglio: quando si è fuori dalla propria stanza, tutti i giocattoli prendono vita. Per quanto riguarda le automobili, mio padre gestiva il reparto ricambi di una concessionaria Chevrolet a Los Angeles: fin dalla più tenera età mi è capitato di trascorrere molti fine settimana lavorando proprio in quel posto. Il mio interesse per le vetture mi ha poi spinto all’amore per le competizioni motoristiche. E ciò è quanto mi ha portato a ideare un film con delle automobili viste come personaggi animati. In definitiva, quella è l’origine del film “Cars”.

Quali ricordi conservi della tua visita alla sede Ferrari di Maranello?

Fino a quando vivrò, non dimenticherò mai la sensazione che provai passando sotto la volta all’ingresso della vecchia fabbrica, quando vidi una fiammante e bellissima F430 con gli occhi disegnati sul parabrezza che mi fissavano, proprio co
me se fosse uno dei personaggi di Cars. E’ stata una delle cose più emozionanti che io abbia mai visto, un ricordo che non dimenticherò mai.

Ma il momento più importante fu quello sulla pista di Fiorano, quando compii qualche giro con al volante Felipe Massa. Già era stato fantastico vedere il pilota brasiliano all’opera nei giri di prova con la Ferrari di Formula Uno. Poi comparve una bellissima F430 Spider azzurra… diedero le chiavi a Massa che mi fece salire vicino a lui e uscimmo in pista per fare un po’ di giri.

Tu sei un uomo con un’agenda straordinariamente fitta d’impegni. Quale Ferrari sceglieresti per andare a ciascuno di questi eventi: ritirare un Premio Oscar, vedere una gara NASCAR o andare al Concorso d’Eleganza di Pebble Beach?

Per la notte degli Oscar vorrei la 612 Scaglietti. Penso sia una vettura di rara bellezza. Quella magnifica, sottolineo magnifica automobile starebbe benissimo sul tappeto rosso degli Oscar.

Per un’uscita a vedere una gara NASCAR, o qualunque altra corsa, sceglierei di certo la Scuderia. E’ un’esperta di corse e lei stessa è velocissima.

Per il Concorso d’Eleganza di Pebble Beach senza dubbio la California. Il suo nome è davvero appropriato, poiché questa macchina è fatta per la California.

Hai appena ricevuto il Leone d’Oro alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Che importanza ha avuto per la tua carriera vincere un premio come il Leone d’Oro?

Ritirare il Leone d’Oro è stato uno dei momenti più importanti della mia carriera. Vincere il Leone d’Oro alla Carriera alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia è una cosa che non pensavo potesse succedermi. Non ci posso ancora credere, specie se guardo la lista di chi l’ha vinto prima di me. Ma la cosa che mi rende più orgoglioso è che non l’hanno dato solo a me: l’hanno dato anche alla Pixar, come teatro di posa. E’ la prima volta che ciò avviene nella storia della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Per me ha significato molto poter condividere questo premio con i membri della direzione Pixar.